Chitarrella si sobbarcò quindi l'onere di restituire allo scopone la sua 'purezza': non, ovviamente, sulla base di fonti, ma individuando gli elementi essenziali del gioco. Sotto il nome Codice di Chitarrella cadono due raccolte di regole di giochi di carte, una che descrive il tressette e la sua variante mediatore 1, l'altra, detta in napoletano jonta (aggiunta), che descrive lo Scopone. Esso, destinato in origine alle classi elevate, si sarebbe infatti diffuso nel tempo agli strati meno colti della società, che ne avrebbero adulterato variamente le norme. Questi punti sono evidentemente scritti da una persona che li praticava ad ottimo livello ed uniscono il buon senso a finezze di gioco. Abbiamo scritto alcune strategie di gioco nuove rispetto allonorabilissimo tressette giocato dai nostri padri e nonni e narrato dallindimenticabile Chitarrella che non vogliono essere regole ma che sarebbe interessante poter condividere e discutere con voi confrontandoci in modo costruttivo e critico. La circostanza che un gioco non semplice fosse così in voga presso una popolazione ancora analfabeta depone per l'antichità del medesimo. Il codice di Chitarrella consta infatti di una serie di punti numerati (44 per lo scopone) in cui si delinea lo spartiacque tra i buon giocatore e gli altri. Nel tracciare le differenze fra i mazzi di carte in uso in Italia, assumendo il 'confine' della val padana, il trattato offre indiretta testimonianza dell'ampia diffusione dello scopone nel 1750.

Sull'autore, identificato con il sacerdote napoletano Marcello Chitarrella, forse monaco domenicano, non si conoscono notizie biografiche. Il codice di Chitarrella è un trattato in latino che codifica e chiarisce le regole dei giochi di carte dello scopone e del tressette, diffusi all'epoca della pubblicazione e pervenuti fino ai nostri giorni. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti.

Regole di chitarrella